L'editto Doria Pamphili è stato pubblicato il 16 aprile 1760 dal cardinale Giovanni Antonio Doria Pamphili, in qualità di vice-re di Napoli, durante il regno di Ferdinando IV di Borbone.
Questo editto era una riforma del codice penale napoletano e aveva l'obiettivo di modernizzare e razionalizzare il sistema giuridico del regno di Napoli. L'editto comprendeva 191 articoli che riguardavano diverse aree del diritto, come la procedura penale, i reati e le relative pene.
Tra le principali modifiche apportate dall'editto Doria Pamphili, c'era l'abolizione della tortura come metodo di interrogatorio nei processi penali e l'introduzione di nuove pene per vari reati. Inoltre, l'editto riaffermava il principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
L'editto Doria Pamphili è stato considerato un passo significativo verso la modernizzazione del sistema giuridico napoletano, sebbene alcune delle sue disposizioni siano state oggetto di controversie e critiche. In ogni caso, l'editto ha avuto un impatto duraturo sul diritto penale del Regno di Napoli.
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